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EMT Blog
  • Articolo
  • 12 marzo 2024
  • Direzione generale della Traduzione
  • 11 min di lettura

Scegliere il corso di studi: gli studenti di traduzione hanno fiducia nel futuro

Di Guillaume Deneufbourg e Daria BalandinaUniversità di Mons (Belgio)Tradotto in italiano da Flavia Beccaceci, Bianca Bodrito, Elisa Bono, Alida Caccia, Alessia Catalani, Noemi Menichini, Michela Nizzoli, Gianluca Pantaleo e Martina Pietrangelo, studenti del Corso di Laurea magistrale in Traduzione Specialistica e Interpretazione di Conferenza (a.a. 2023-2024), IUSLIT, Università di Trieste

Diplômes devant un poster de l'université de Mons

 

Un recente studio ha analizzato i fattori che influenzano la scelta degli studi da parte dei futuri professionisti della traduzione. Ne risulta che, sebbene la maggior parte degli studenti affermi di non avere oggi un’idea precisa del lavoro che farà domani, rimane convinta che non avrà difficoltà a trovare un lavoro. Grazie alla loro trasversalità, le competenze linguistiche sono infatti una garanzia di occupabilità. Un altro dato rilevante emerso dallo studio è che la “minaccia” dell’intelligenza artificiale non sembra intaccare la motivazione degli studenti a voler lavorare in questo settore. L’88% degli intervistati ha dichiarato che l’IA non ha inciso sulla loro scelta di studi. La rapida evoluzione dei motori di traduzione automatica e delle chatbot non è un fattore deterrente: nessuno ha considerato di intraprendere un’altra strada e tutti restano convinti della validità di una formazione universitaria completa.

Il nuovo studio condotto nel dicembre 2023 sugli studenti della Facoltà di Traduzione e Interpretazione (FTI-EII) dell’Università di Mons ci ha dato delle importanti “lezioni”, per fare un gioco di parole. Basato su un questionario inviato ai 773 studenti iscritti all’anno accademico 2023-2024, dal primo anno di laurea triennale al secondo anno di laurea magistrale, lo studio si concentrava sull’importanza dei fattori che hanno guidato la scelta del corso di studi. Particolare attenzione è stata rivolta all’influenza dell’intelligenza artificiale, tema oggi di primo piano.

267 studenti, pari al 35% degli iscritti, hanno accettato di dedicare in media 6 minuti e 52 secondi del loro tempo per rispondere alle 24 domande del questionario. Creato sulla piattaforma SurveyMonkey e previamente approvato dalla direzione della Facoltà, il questionario è stato inviato tramite lo strumento di comunicazione ufficiale dell’università.

Faire ses études à l'heure de l'IA – description et photo de chaises dans un amphithéâtre

Studenti di tutti gli anni hanno partecipato al questionario, con un tasso di partecipazione inversamente proporzionale all’anno di iscrizione, in linea con il numero di iscritti per ciascun anno. Tuttavia, è importante notare che, comparativamente, gli studenti degli ultimi anni registrano un tasso di partecipazione pari quasi al doppio rispetto a quelli del primo anno (il 42% degli studenti del secondo anno magistrale ha partecipato al sondaggio [40 su 95], contro il 23% degli studenti del primo anno triennale [72 su 309]). Questo dato potrebbe suggerire che gli studenti più avanti negli studi, e quindi più impegnati nella loro disciplina, sono più inclini a partecipare, essendo più consapevoli dell’importanza della ricerca e maggiormente interessati alla questione del loro futuro inserimento nel mondo del lavoro, ma evitiamo di trarre conclusioni affrettate su questo punto.

Données démographiques

Fattori “generali”

Come altri hanno constatato prima di noi, la questione del processo di orientamento all’istruzione superiore rimane sfaccettata e complessa. Sulla base di lavori precedenti, abbiamo deciso di concentrarci nella prima parte del questionario su quattro fattori decisivi ricorrenti nella scelta degli studi: (1) l’occupabilità e il numero di sbocchi associati al corso di laurea, (2) la passione per le lingue e le culture straniere, (3) l’interesse generale per la formazione, e (4) la reputazione della facoltà e il prestigio della professione. Dalle risposte ottenute si possono trarre diverse conclusioni.

Innanzitutto, due terzi dei partecipanti (66%) non hanno un’idea precisa della professione che intendono esercitare intraprendendo questi studi. Questo risultato può essere attribuito, almeno in parte, al fatto che la formazione nelle discipline umanistiche è meno professionalizzante rispetto a quella più tecnica o legata alle scienze cosiddette dure, come la medicina o l’ingegneria. Il loro scopo principale è quello di sviluppare uno spirito critico e competenze universali che possano essere applicate in un’ampia gamma di campi e professioni. L’iscrizione alle facoltà umanistiche riflette principalmente la volontà degli studenti di acquisire la “conoscenza per il gusto di conoscere”, senza un progetto professionale chiaramente definito. Sembra che il settore delle lingue straniere si presti particolarmente bene all’obiettivo di acquisire competenze “universali”, rafforzato ulteriormente dalla diversificazione dei corsi di laurea offerti della FTI-EII, che prevede, oltre alle lauree magistrali “classiche” in traduzione e interpretazione, corsi dedicati alla comunicazione multilingue in senso lato (diplomazia, imprese) e alla didattica delle lingue straniere.

Choix d'études

La domanda successiva, sulla varietà degli sbocchi professionali, conferma questa analisi, poiché il 71% dei partecipanti ha indicato che proprio questo fattore è stato determinante nella scelta del corso di studi. In linea con i dati precedenti, l’82% dei partecipanti afferma che l’interesse per questi studi è stato un fattore decisivo (come vedremo successivamente in modo più chiaro), e il 71% cita la reputazione della scuola, conosciuta per la qualità dei suoi corsi di laurea.

Choix d'études – passion
Choix d'études – débouchés

Confronto passione/ragione nella scelta del corso di studi

Indipendentemente dai fattori attribuibili alla ragione, la passione per le lingue e le culture straniere è senza dubbio un elemento cruciale. Questo dato non sorprende particolarmente, ma è comunque degno di nota: il 98% degli studenti ritiene che questo fattore sia stato determinante nella scelta del corso di studi.

Naturalmente, gli osservatori hanno ragione a sottolineare che sarebbe stato strano il contrario. Tuttavia, bisognerebbe ricordare loro che il fattore “passione” non è così scontato o decisivo in tutti i corsi di studio. Infatti, come dimostrano soprattutto i numerosi studi statistici condotti da Sylvie Lamaire in Francia, negli indirizzi più professionalizzanti (come informatica o ingegneria), gli sbocchi lavorativi hanno un’importanza nettamente maggiore rispetto all’interesse per i contenuti del corso. Si potrebbe persino parlare di paradigmi opposti. Tali risultati confermano quelli di studi precedenti, tra cui quelli condotti dall’Osservatorio della vita studentesca dell’Università di Ginevra, o pubblicati in testi di riferimento.

Va sottolineato a tal proposito che lo studio in questione riguarda gli studenti del Belgio (francofono), paese in cui l’ammissione all’istruzione superiore non dipende dai risultati ottenuti all’esame di Stato (in Belgio CESS) e non è legata a concorsi o esami d’ammissione. Qualsiasi confronto con altri sistemi, soprattutto quello francese, deve pertanto essere fatto con cautela.

La combinazione linguistica: un fattore determinante?

L’indagine si è poi concentrata sulla scelta delle lingue. Ricordiamo che, nel Belgio francofono, i corsi di studi in traduzione prevedono una combinazione linguistica formata da due lingue di partenza. Tuttavia, lo spazio a nostra disposizione non ci permette di esaminare nel dettaglio questo aspetto, e quindi ci limiteremo ad alcune tendenze principali, che confermano il rapporto precedentemente illustrato tra ragione e passione.

L’analisi della scelta delle lingue conferma così l’esistenza di tre categorie che riprendono gli studi citati, con (1) alcune lingue scelte principalmente per la loro desiderabilità professionale (sbocchi professionali, carenza di profili sul mercato del lavoro), come il tedesco e il neerlandese, (2) alcune lingue scelte principalmente per l’interesse o la passione per le lingue stesse e le relative culture, senza che gli sbocchi professionali siano un fattore determinante, come il danese e l’italiano, e (3) una categoria intermedia in cui vi è una ripartizione quasi uguale tra questi due fattori, come l’arabo, il cinese, il russo, l’inglese e lo spagnolo.

Allemand – passion
Allemand – débouchés

 

Danois – passion
Danois – débouchés

Confronto passione/ragione tra tedesco e danese

Intelligenza artificiale

Passiamo ora all’argomento più scottante: l’IA e, nel nostro caso, la sua influenza sulla scelta del corso di studi.

Gli studenti di traduzione non sembrano preoccuparsi dell’influenza che hanno, o potrebbero avere, i più recenti sviluppi tecnologici sulla loro futura carriera. Infatti, solo l’11% degli studenti afferma di essere piuttosto o completamente d’accordo con l’affermazione: “L’avvento dell’IA mi ha quasi fatto cambiare idea riguardo alla scelta del corso di studi”.

IA début des études
IA changement d'orientation

 

IA entourage

L’influenza dell’IA sulla scelta del corso di studi

Come dimostrato, tra gli altri, da Bourdieu e Passeron, in particolare ne Les héritiers. Les étudiants et la culture (1964, trad. it., I delfini, 1971), il fenomeno della cosiddetta “eredità professionale” dimostra l’influenza che i genitori e il contesto familiare possono avere sulla scelta del corso di studi dei figli. Sappiamo bene che la questione riguarda aspetti ben più ampi (soprattutto sociologici), ma gli autori dello studio hanno comunque ritenuto interessante rilevare le opinioni degli studenti, tenuto conto della diffusione dell’intelligenza artificiale. Come abbiamo già constatato, considerato lo scalpore mediatico suscitato dall’IA, ci saremmo potuti aspettare ulteriori tentativi di scoraggiamento da parte dei familiari. Inoltre, il fenomeno avrebbe potuto essere ingigantito dal fatto che, da qualche anno, i media amano presentare la traduzione come una professione in via di estinzione (esempio qui, qui e qui). Tuttavia, solo il 21% degli studenti dichiara che amici e parenti hanno cercato di dissuaderli dall’intraprendere questa strada. La stessa osservazione si può fare, in modo ancora più evidente, sulla base dei dati raccolti a proposito dell’affermazione: “Durante i miei studi (fino ad ora), ho pensato seriamente di cambiare rotta per via della minaccia dell’IA”. Infatti, solamente l’8% degli intervistati si dichiara d’accordo.

Fiduciosi nel futuro

La fiducia nel futuro che emerge dai risultati precedentemente illustrati è confermata dal fatto che questi futuri laureati hanno la certezza di poter trovare lavoro un domani. È comunque presente un “grado d’incertezza” pari a 45 su una scala da 0 a 100 per quanto riguarda le professioni specifiche della traduzione e dell’interpretazione, che però diminuisce velocemente con l’aumento degli sbocchi lavorativi: la preoccupazione scende a 31 per le professioni linguistiche e della comunicazione in senso lato, e ad appena 15 per l’insegnamento delle lingue straniere.

Débouchés traduction interprétation
Débouchés communication

 

Débouchés enseignement

Grado di preoccupazione riguardo all’occupabilità per categoria professionale

Vista la crescente popolarità di corsi di formazione di breve durata che rilasciano “certificati”, come i webinar (un esempio nel mondo della traduzione francofona è il famoso istituto di formazione Edvenn), gli autori dello studio hanno ritenuto opportuno somministrare anche un questionario agli studenti circa l’utilità dei corsi di laurea magistrale biennali.

Bien fondé Master

La percentuale media di intervistati che ne sostiene l’utilità è pari al 21%, e questo dimostra la fiducia della maggior parte degli studenti nella formazione universitaria. Per avere una visione più oggettiva sarebbe interessante porre la stessa domanda ai traduttori professionisti che non hanno frequentato l’università, ma che si sono formati ad esempio con Edvenn. Si potrebbe ipotizzare un risultato inverso partendo dal presupposto che, a prescindere dal tipo di percorso formativo scelto, i corsisti tendono a convincersi di aver intrapreso la strada giusta e quindi a “difendere” la propria scelta. Inoltre, non conoscendo l’alternativa universitaria, non sarebbero in grado di fare un confronto oggettivo tra i due percorsi… Uno spunto per uno studio futuro!

E quindi?

Dallo studio si possono trarre le seguenti conclusioni: i risultati dell’indagine non dovrebbero essere generalizzati, poiché, come si è già detto, esistono corsi di laurea piuttosto diversi tra loro, da quelli più accademici a quelli più professionalizzanti. Sarebbe quindi necessario rilevare l’opinione di studenti provenienti da altre università per confermare (o confutare) i risultati emersi.

Una prima conclusione da trarre è che la maggior parte degli studenti iscritti alla Facoltà di Interpretazione e Traduzione dell’Università di Mons non ha un’idea chiara (o non ha alcuna idea) sulla professione che svolgerà in futuro. A prima vista questo potrebbe stupire, ma in realtà riflette le tendenze già osservate nei dipartimenti di scienze umanistiche e sociali, nei quali le competenze (linguistiche) acquisite sono “universalmente” applicabili. Inoltre, alla domanda sulle possibilità di occupazione, gli studenti rispondono di non aver alcuna paura di ritrovarsi senza lavoro, vista l’ampia offerta di sbocchi lavorativi. Tuttavia, si nota un calo dell’indice di fiducia a mano a mano che ci si specializza nella professione: gli studenti ritengono di avere più possibilità di trovare lavoro nell’insegnamento delle lingue e nelle professioni della comunicazione in senso lato piuttosto che nell’ambito della traduzione e dell’interpretazione.

Lo studio mostra anche che la passione per le lingue e le culture rimane il motivo principale che spinge gli studenti a scegliere questo percorso, a prescindere dagli eventuali sbocchi professionali. Questo risultato è in linea con le altre risposte alle domande del questionario e conferma oltretutto i risultati di studi precedenti, soprattutto quelli condotti in Francia. Tuttavia, a seconda della combinazione linguistica scelta, si possono osservare differenze, talvolta anche notevoli: lingue come il neerlandese o il tedesco sono scelte principalmente per motivi pragmatici (in base agli sbocchi professionali e alle esigenze di mercato), mentre l’italiano o il danese vengono scelte quasi esclusivamente per una questione “affettiva”, senza una vera consapevolezza delle opportunità che offrono, benché queste ci siano.

Infine, l’ascesa dell’intelligenza artificiale, in particolare nel 2023 con la rapidissima diffusione delle chatbot come ChatGPT, non sembra né scoraggiare gli studenti dallo studio della traduzione o delle lingue straniere, né mettere in discussione la validità della laurea magistrale.

Per concludere e fornire spunti di riflessione per nuovi studi, si riportano i risultati riguardo all’ultima domanda: “Nel corso dei miei studi (fino ad ora), penso di aver ricevuto informazioni sufficienti dalla mia università e dai miei docenti sui cambiamenti apportati dall’IA alla professione e al settore della traduzione.” La percentuale di risposte positive alla domanda è pari (solamente?) al 38%, il che farebbe pensare al fatto che, da un lato, numerosi futuri laureati sono estremamente fiduciosi delle proprie possibilità di occupazione, ma dall’altro ammettono di non essere abbastanza informati per affermarlo con certezza. Questa osservazione, oltre ad essere di per sé contraddittoria, implica probabilmente anche la necessità di una riflessione da parte del corpo docente, presupponendo che sia meglio informato, il che però resta da vedere, vista la velocità dei cambiamenti che favorisce instabilità rendendo più difficile qualsiasi supposizione. A tal proposito, il commento aggiunto da uno dei partecipanti riassume bene la situazione: “Cosa ci riserva il domani? Ce lo dirà il futuro!”

Per visualizzare i risultati completi dell'indagine, cliccare su questo link.

Dettagli

Data di pubblicazione
12 marzo 2024
Autore
Direzione generale della Traduzione
Lingua
  • francese
  • italiano
Categoria EMT
  • Esperienza lavorativa/occupabilità
  • Competenze di traduzione