
Gli insegnanti di traduzione si trovano sempre più spesso di fronte a una realtà minacciosa che rischia di danneggiare le loro lezioni: la traduzione automatica. Bisogna anche ammettere che i corsi di traduzione, già di per sé, includono spesso lezioni di post-editing. Tuttavia, la tentazione è spesso troppo forte. Alcuni studenti non riescono a evitare di utilizzare diversi strumenti di traduzione automatica, messi gentilmente a disposizione dalle aziende che li sviluppano. Chi rifiuterebbe facilmente un barattolo di Nutella? Siamo onesti, tutti conosciamo questa tentazione. Chi non vi ha mai ceduto?
In realtà, il cedere a questa tentazione non è ciò che infastidisce di più. Nessuno può criticare gli studenti perché utilizzano tutti gli strumenti a loro disposizione. Dopotutto, non è forse quello che raccomandiamo loro di fare quando diventeranno nostri colleghi, come traduttori? Non ci preoccupiamo che usino questi strumenti in quanto tali, ma piuttosto che li usino troppo presto, senza aver prima frequentato le lezioni adeguate e pensate per renderli consapevoli dei vantaggi e degli svantaggi degli strumenti stessi.
Pertanto, dal punto di vista di un docente, la seguente domanda dovrebbe essere affrontata: se gli studenti non hanno la pazienza di aspettare il momento giusto per utilizzare i suddetti strumenti, non sarebbe più saggio ripensare i nostri corsi includendo un’introduzione a essi in una fase più precoce del percorso di studi? Le risposte variano a seconda dei paesi, delle culture e delle università. La risposta a questa domanda è anche legata alla struttura stessa degli studi sulla traduzione. Alcuni sistemi universitari ritengono che la traduzione possa essere già studiata al primo anno, mentre altri ritengono necessaria una solida preparazione linguistica e culturale prima di concentrarsi sulla traduzione vera e propria.
Questo è il caso dell'Istituto di Traduttori, Interpreti e Relazioni Internazionali (ITIRI), presso la Facoltà di Lingue Moderne dell’Università di Strasburgo, dove gli studi sulla traduzione iniziano dal primo anno del piano di studi di laurea magistrale. L'accesso è consentito ai candidati con una laurea triennale (in lingue, lettere, diritto o altre discipline) che superano le prove di ammissione pensate per garantire che la loro preparazione linguistica e culturale sia adeguata.
Evidentemente, la nostra concezione prevede una preparazione minima per poter accedere al livello successivo. In queste circostanze, non è sorprendente che forniamo corsi di post-editing solo nel secondo anno di laurea magistrale in Traduzione Professionale, Traduzione Letteraria e Traduzione Audiovisiva e Accessibilità. Ci sembra ovvio che gli strumenti di traduzione automatica possano essere davvero utili solo quando gli studenti sono sufficientemente preparati alla traduzione.
Considerando il punto di vista dei docenti e la già citata tentazione degli studenti, l'unica soluzione praticabile è quella di informare gli studenti del primo anno della laurea magistrale sui rischi innati degli strumenti di traduzione automatica. È con questo spirito che presenterò una relazione al prossimo congresso organizzato dall'ITIRI, dal titolo ROBOTRAD, previsto per l'autunno del 2021. Cercherò di esporre ciò che provo a dimostrare ai nostri studenti: in generale, nessuno può diventare un virtuoso senza aver prima studiato la teoria della musica.
Alcuni dei nostri docenti di traduzione a volte assegnano ai loro studenti un testo da tradurre insieme a diverse "traduzioni" generate da strumenti di traduzione automatica. Questo approccio altamente pedagogico, che definirei una sorta di bonifica dei campi minati, viene generalmente applicato a testi appartenenti alla cosiddetta "traduzione pragmatica". Io, invece, ho deciso di condurre l'esperimento su testi di autori del ventesimo secolo, con una preferenza per estratti che si basano sul linguaggio parlato.
Così sono riuscito a selezionare un insieme di difficoltà legate al vocabolario, alla sintassi e alla morfologia, senza dimenticare qualche motto di spirito. Queste frasi o gruppi di frasi sono stati sottoposti a cinque motori di traduzione automatica per essere tradotti in inglese. La metodologia adottata consisteva nel sottoporre una frase ai cinque motori nello stesso giorno, praticamente nello stesso momento. Questa stessa procedura è stata ripetuta due volte, dopo un periodo minimo di ventiquattro ore, per confermare o meno la stabilità delle risposte. La stessa procedura è stata eseguita anche da altre due postazioni di lavoro.
Senza entrare nei dettagli dei risultati, sono emerse subito tre tendenze significative:
- In molti casi la traduzione generata non presenta alcuna stabilità: la stessa frase può essere tradotta in modo diverso dallo stesso motore di traduzione a distanza di ventiquattro o quarantotto ore;
- Le traduzioni generate da una postazione di lavoro a un'altra non presentano coerenza;
- Le espressioni legate al linguaggio parlato o all'umorismo sono raramente identificate.
Ad esempio, ecco alcune traduzioni ottenute per il titolo di questo post, che avrei modestamente tradotto con "Traduzione Automatica o la disavventura della Nutella":
- La traduzione automatica o il tormento della Nutella.
- Traduzione automatica o il tormento della Nutella.
- Traduzione automatica o integrazione di Nutella.
- Traduzione automatica o tortura della Nutella.
Per quanto riguarda le traduzioni proposte, si notano tanti miglioramenti percepibili quanti peggioramenti sorprendenti.
Gli studenti giungono molto rapidamente alla conclusione che non possono fidarsi di tali traduzioni. Grazie alla molteplicità delle soluzioni, riescono a rendersi conto delle incongruenze, della variabilità da una postazione all'altra e della necessità di essere prudenti. Si accorgono che questi strumenti, messi a disposizione su Internet gratuitamente, non li aiuteranno davvero, ma è più probabilmente che diventino trappole che fanno perdere tempo.
Una volta consapevoli di ciò, gli studenti riescono spesso a identificare gli errori ricorrenti. A volte riescono anche a fornire spiegazioni per alcuni tipi di carenze.
Innegabilmente, da quel momento in poi sono pronti a riprendere la loro formazione senza correre il rischio di essere sedotti dalle sirene della traduzione automatica. Superato questo primo step, saranno anche pronti ad affrontare le lezioni di post-editing con maggiore sicurezza.
Google Traduttore
Traduzione automatica o il tormento della Nutella®
Gli insegnanti di traduzione si trovano sempre più spesso a doversi confrontare con una realtà minacciosa, che rischia di influire sulle loro lezioni: gli strumenti di traduzione automatica. Certo, questo argomento viene trattato nei corsi di traduzione, dove sono previsti anche insegnamenti di post-editing. Tuttavia, la tentazione è spesso troppo grande: alcuni studenti non riescono a fare a meno di usare i vari strumenti di traduzione automatica messi a loro disposizione gratuitamente dalle aziende che li hanno sviluppati. Chi rifiuterebbe facilmente un barattolo di Nutella? Diciamolo chiaramente, tutti possiamo comprendere questa tentazione: chi non ci ha mai ceduto?
Quello che davvero ci preoccupa di più non è che la tentazione si concretizzi – nessuno può criticare gli studenti per l'uso di tutti gli strumenti a loro disposizione. In fondo, non è forse quello che chiederemo loro di fare il giorno in cui diventeranno nostri colleghi traduttori? No, ciò che ci preoccupa non è che lo facciano, ma che lo facciano troppo presto, senza aver prima seguito i corsi appropriati, che dovrebbero renderli consapevoli dei punti di forza e delle debolezze degli strumenti che vengono loro offerti.
A questo punto gli insegnanti si pongono una domanda: se gli studenti non hanno la pazienza di aspettare il momento giusto per utilizzare i suddetti strumenti, non sarebbe più saggio ripensare i nostri corsi integrando un contatto con essi in una fase più precoce? Le risposte variano a seconda del paese, della cultura e dell'istituzione. La risposta a questa domanda è anche legata alla struttura stessa degli studi di traduzione: alcuni sistemi universitari ritengono che si possa già studiare traduzione dal primo anno di laurea, mentre altri ritengono necessario acquisire solide basi linguistiche e culturali prima di affrontare la pratica della traduzione.
Questo è il caso dell'Istituto di Traduttori, Interpreti e Relazioni Internazionali (ITIRI) della Facoltà di Lingue dell'Università di Strasburgo: gli studi di traduzione iniziano dal primo anno di laurea magistrale, con l'accesso riservato a chi ha già completato tre anni di studi universitari (in lingue, lettere, giurisprudenza o qualsiasi altro ambito) e ha superato un esame di ammissione, il cui scopo è verificare il livello linguistico e le competenze culturali del candidato.
Come si può vedere, la nostra concezione è quella di un minimo necessario per proseguire al livello successivo. In queste condizioni, non c'è da sorprendersi se manteniamo il corso di post-editing al secondo anno di laurea magistrale in Traduzione professionale, traduzione letteraria o traduzione audiovisiva e accessibilità. Per noi è evidente che gli strumenti di traduzione automatica possono essere utili solo quando lo studente ha già ottenuto una preparazione sufficiente nella traduzione.
Di fronte a questa scelta da parte degli insegnanti e alla tentazione degli studenti di cui si parlava, l'unica soluzione praticabile consiste nell'informare gli studenti del primo anno di laurea magistrale sui pericoli intrinseci agli strumenti di traduzione automatica. È con questo spirito che presenterò una relazione al prossimo congresso organizzato da ITIRI, intitolato ROBOTRAD, che si terrà nell'autunno del 2021. Cercherò di dimostrare ciò che tento di spiegare ai nostri studenti, ossia che, in generale, nessuno può diventare un virtuoso senza aver prima studiato teoria della musica.
Alcuni dei miei colleghi traduttori talvolta assegnano ai loro studenti un testo da tradurre, insieme a diverse "traduzioni" fornite da strumenti di traduzione automatica. Questa operazione altamente educativa, che definirei una sorta di sminamento, viene generalmente effettuata su testi relativi a ciò che viene definito "traduzione pragmatica". Per parte mia, ho voluto sperimentare con testi di autori del XX secolo, ma con una preferenza per i passaggi più legati al linguaggio parlato.
Sono così riuscito a selezionare una serie di difficoltà di lessico, sintassi o morfologia, senza dimenticare qualche guizzo di arguzia. Queste frasi o gruppi di frasi sono stati sottoposti a cinque motori di traduzione automatica per essere tradotti in inglese. La metodologia adottata consisteva nel sottoporre una frase ai cinque motori nello stesso giorno, praticamente alla stessa ora. La stessa procedura è stata ripetuta due volte, dopo un minimo di un giorno, con l'obiettivo di confermare o meno la stabilità delle risposte. La stessa procedura è stata applicata anche da due altre postazioni di lavoro.
Senza entrare nei dettagli dei risultati, sono emersi subito tre punti principali:
- In molti casi, la traduzione proposta non presenta alcuna caratteristica di stabilità: la stessa frase può essere tradotta in modo diverso dallo stesso motore di traduzione a 24 o 48 ore di distanza;
- Le traduzioni offerte da una postazione all'altra non sono stabili;
- Le espressioni legate al linguaggio parlato o all'umorismo spesso non sono identificate.
Per fare un esempio, ecco alcune delle traduzioni ottenute per il titolo di questo post, che io avrei modestamente tradotto con "Traduzione automatica o il tormento della Nutella":
- La traduzione automatica o il tormento della Nutella.
- Traduzione automatica o il tormento della Nutella.
- Traduzione automatica o integrazione della Nutella.
- Traduzione automatica o tortura della Nutella.
Per quanto riguarda le traduzioni proposte, si notano sia miglioramenti apprezzabili sia deterioramenti sorprendenti.
Gli studenti, molto rapidamente, giungono alla conclusione che non possono fidarsi di queste traduzioni. Scoprendo la molteplicità delle soluzioni, la mancanza di stabilità nelle risposte e la variabilità da una postazione all'altra, si rendono conto della necessità di essere cauti, di dubitare e di considerare che questi strumenti, messi a disposizione gratuitamente su Internet, non sono veramente utili, ma possono trasformarsi in trappole che gli faranno perdere più tempo di quanto ne guadagnino.
Una volta compreso ciò, gli studenti riescono spesso a identificare gli errori ripetuti; talvolta riescono anche a spiegare i tipi di carenze riscontrate. Non c'è dubbio che, da quel momento, sono pronti a proseguire il loro percorso di formazione senza rischiare di essere sedotti dalle sirene della traduzione automatica. Una volta superato questo primo livello, saranno anche pronti ad affrontare i corsi di post-editing con maggiore consapevolezza.
Deepl (versione gratuita)
Traduzione automatica o il tormento della Nutella®
Gli insegnanti di traduzione si trovano sempre più spesso a doversi confrontare con una realtà minacciosa che potrebbe influire sulle loro lezioni: gli strumenti di traduzione automatica. Certo, questo argomento viene trattato e i curricula di traduzione generalmente prevedono corsi di post-editing. Tuttavia, la tentazione è spesso troppo grande: alcuni studenti non riescono a fare a meno di ricorrere ai vari strumenti di traduzione automatica messi a loro disposizione gratuitamente dalle aziende che li hanno sviluppati. Chi rifiuterebbe un barattolo di Nutella senza battere ciglio? Diciamolo chiaramente, possiamo tutti comprendere questa tentazione: chi non vi ha mai ceduto?
Quello che davvero ci preoccupa di più non è che la tentazione si concretizzi – nessuno può criticare i propri studenti per usare tutti gli strumenti a loro disposizione. In fondo, non è forse quello che consigliamo loro di fare quando diventeranno nostri colleghi traduttori? No, ciò che ci preoccupa non è che lo facciano, ma che lo facciano troppo presto, senza aver prima frequentato i corsi adeguati, che li aiuterebbero a capire i punti di forza e di debolezza degli strumenti che vengono loro offerti.
A questo punto, sorge una domanda da parte degli insegnanti: se gli studenti non hanno la pazienza di aspettare il momento giusto per usare i suddetti strumenti, non sarebbe più saggio ripensare i nostri curricula integrando un contatto più precoce con questi strumenti? Le risposte variano da paese a paese, da cultura a cultura e da istituzione a istituzione. La risposta a questa domanda è anche legata alla stessa struttura degli studi di traduzione: alcuni sistemi universitari ritengono si possa iniziare a studiare traduzione già dal primo anno del corso di laurea, mentre altri considerano necessario acquisire solide basi linguistiche e culturali prima di cominciare a studiare la traduzione.
Questo è il caso dell'Istituto di Traduttori, Interpreti e Relazioni Internazionali (ITIRI) della Facoltà di Lingue dell'Università di Strasburgo: gli studi di traduzione iniziano al primo anno di laurea magistrale, con accesso riservato a chi ha completato tre anni di studi universitari (in lingue, letteratura, giurisprudenza o in altri ambiti) e ha superato un esame di ammissione volto a verificare il livello linguistico e il background culturale del candidato.
Come si può vedere, la nostra concezione è quella di un requisito minimo per proseguire al livello successivo. In queste condizioni, non c'è da sorprendersi se manteniamo i corsi di post-editing al secondo anno di laurea magistrale in Traduzione Professionale, Traduzione Letteraria o Traduzione Audiovisiva e Accessibilità. Ci sembra ovvio che gli strumenti di traduzione automatica possono essere di reale utilità solo quando lo studente ha già ricevuto una preparazione sufficiente in traduzione.
Di fronte a questa scelta di principio da parte degli insegnanti e alla tentazione degli studenti di cui si parlava, l'unica soluzione praticabile è informare gli studenti del primo anno di laurea magistrale sui pericoli insiti negli strumenti di traduzione automatica. È con questo spirito che presenterò un intervento al prossimo congresso organizzato da ITIRI, intitolato ROBOTRAD, che si terrà nell'autunno del 2021. In esso cercherò di spiegare ciò che tento di dimostrare ai nostri studenti, ossia che, in generale, nessuno diventa un virtuoso senza aver prima studiato il solfeggio.
Alcuni dei miei colleghi che insegnano traduzione, talvolta assegnano ai loro studenti un testo da tradurre insieme a diverse "traduzioni" fornite da strumenti di traduzione automatica. Questa operazione altamente educativa, che definirei una sorta di sminamento, viene generalmente effettuata su testi che rientrano nel campo di quella che è conosciuta come "traduzione pragmatica". Per parte mia, ho voluto sperimentare con testi di autori del XX secolo, ma con una preferenza per i passaggi più legati al linguaggio parlato.
Questo mi ha permesso di selezionare una gamma di difficoltà, vocabolario, sintassi e morfologia, senza dimenticare qualche spunto arguto. Queste frasi o gruppi di frasi sono stati sottoposti a cinque motori di traduzione automatica per la traduzione in inglese. La metodologia adottata consisteva nel sottoporre una frase ai cinque motori nello stesso giorno, praticamente alla stessa ora. La stessa procedura è stata ripetuta due volte, con un distacco minimo di un giorno, con l'obiettivo di confermare o meno la stabilità delle risposte. La medesima procedura è stata applicata anche da due altre postazioni di lavoro.
Senza entrare nei dettagli dei risultati, sono emersi subito tre principali linee guida:
- In molti casi, la traduzione proposta non è stabile: la stessa frase può essere tradotta in modo diverso dallo stesso motore di traduzione a 24 o 48 ore di distanza;
- Le traduzioni offerte da una postazione all'altra non sono stabili;
- Le espressioni del linguaggio parlato non vengono spesso identificate.
A titolo di esempio, ecco le traduzioni ottenute per il titolo di questo post, che io avrei tradotto umilmente con "Traduzione automatica o il tormento della Nutella":
- La traduzione automatica o il tormento della Nutella.
- Traduzione automatica o il tormento della Nutella.
- Traduzione automatica o integrazione della Nutella.
- Traduzione automatica o tortura della Nutella.
Per quanto riguarda le traduzioni proposte, ci sono stati sia miglioramenti significativi che deterioramenti sorprendenti.
Gli studenti, molto rapidamente, arrivano alla conclusione che non possono fare affidamento su queste traduzioni. Scoprendo la molteplicità delle soluzioni, la mancanza di stabilità delle risposte e la loro variabilità da una postazione all'altra, capiscono la necessità di diffidare, di avere dei dubbi e di considerare che questi strumenti, messi loro a disposizione gratuitamente su Internet, non sono destinati ad aiutarli, ma possono costituire una trappola che gli farà perdere più tempo di quanto non ne guadagnino.
Una volta compreso ciò, gli studenti riescono spesso a identificare gli errori ricorrenti; talvolta riescono anche a fornire una spiegazione per certi tipi di carenze. Non c'è dubbio che, una volta compreso questo, siano pronti a proseguire la loro formazione senza rischiare di farsi sedurre dalle sirene della traduzione automatica; saranno anche pronti, una volta completato questo primo ciclo, ad affrontare i corsi di post-editing con maggiore consapevolezza.
Dettagli
- Data di pubblicazione
- 15 dicembre 2020
- Lingua
- inglese
- francese
- italiano
- neerlandese
- Categoria EMT
- Competenze di traduzione