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EMT Blog
  • Articolo
  • 15 marzo 2021
  • 11 min di lettura

Standard occupazionali e qualifiche professionali per la certificazione nazionale della professione di interprete di comunità in Slovenia

Di Tamara Mikolič Južnič e Nike K. Pokorn, Laurea Magistrale in Traduzione, Università di Lubiana. Tradotto in italiano dalle studentesse della LM in Traduzione Specialistica e Interpretariato di Conferenza che hanno partecipato al progetto “Laboratorio permanente di revisione testi in/sulla traduzione” (International Center for Research on Collaborative Translation, Università IULM).

Migrants walking

La settimana scorsa stavo facendo il mio giro con un’infermiera di comunità. Abbiamo visitato una mia conoscente che aveva appena dato alla luce il primo figlio. Era una visita di routine e si è svolta senza complicazioni. Ma, poco prima di andarcene, la madre del neonato mi ha presa da parte, mi ha chiesto di non dire nulla all’infermiera e mi ha sussurrato che si sentiva sopraffatta e aveva l’impulso di farla finita, uccidendo sé stessa e il bambino. L’ho tenuto per me. Ora ho difficoltà a dormire e continuo a contattare la sua famiglia per assicurarmi che lei e il bambino stiano bene. Non so cosa fare!

Lindinta (nome di fantasia), una mediatrice culturale e interprete per l’albanese, che lavora da anni in ambito sanitario in Slovenia, ha condiviso questa esperienza con noi durante un workshop TRAMIG dedicato alla formazione degli insegnanti di interpreti di comunità. La sua angoscia ci ha fatto capire quanto sia irresponsabile chiedere a persone con un background migratorio di interpretare in contesti altamente sensibili senza fornire loro alcuna guida o formazione preliminare. Inoltre, Lindinta era riluttante ad accettare consigli da parte dei formatori di interpreti, credendo che gli interpreti si limitassero a tradurre solo parole, mentre lei si vedeva più come una mediatrice interculturale, mediando tra la cultura albanese e quella slovena. È apparso chiaro a tutti i formatori e interpreti presenti al workshop che, poiché noi, specialisti in traduzione e interpretariato, non abbiamo fatto abbastanza in questo settore, altri, come gli esperti in migrazione, che conoscono molto poco di interpretariato, sono intervenuti al nostro posto. Questo blog riguarda le diverse azioni progressive che abbiamo intrapreso in Slovenia per rispondere alla situazione in cui non è stata fornita alcuna formazione e guida a coloro che svolgono attività di interpretariato nei contesti di servizio pubblico.

Tradizionalmente la Slovenia non era un paese di destinazione per alcun tipo di migranti, ad eccezione delle persone provenienti dalle ex repubbliche jugoslave, che arrivavano in cerca di lavoro, in particolare a partire dagli anni ‘70 o che fuggivano dalla guerra negli anni ‘90. Poiché nella Jugoslavia socialista la maggior parte dei parlanti in Slovenia, così come la stragrande maggioranza dei migranti, parlavano o almeno capivano il serbo-croato, la lingua franca jugoslava non ufficiale, le barriere linguistiche non erano mai state considerate un grosso problema. Con la dissoluzione della Jugoslavia socialista la situazione è cambiata: se i parlanti sloveni possono ancora (con vari gradi di successo) praticare l’inter-comprensione con i parlanti di serbo, croato, bosniaco e montenegrino, e forse anche macedone, la comunicazione crolla quando si incontrano parlanti albanesi, lingua parlata dagli immigrati del Kosovo. Inoltre, come in molti altri paesi europei, negli ultimi anni i migranti provenienti da altri gruppi linguistici, come arabo, persiano e cinese, hanno iniziato a stabilirsi in Slovenia. Di conseguenza, nei servizi pubblici sloveni, in particolare in ambito sanitario, la necessità di servizi di interpretariato di comunità è diventata urgente. La mancanza di un programma di studio specifico sull’interpretariato di comunità da un lato, e la grave carenza di persone in grado di parlare sia lo sloveno sia le lingue dei rifugiati e dei migranti dall’altro, hanno portato a una situazione in cui il compito di colmare i divari linguistici in situazioni ad alto rischio, come procedure di asilo, incontri sanitari, procedimenti di polizia o legali, è stato affidato a chiunque sapesse (o sostenesse di saper) parlare le due lingue. Fino al 2018 le istituzioni di istruzione superiore che formano traduttori e interpreti nel paese non offrivano alcuna formazione per le lingue dei migranti arrivati da poco, e si occupavano dell’interpretariato e della traduzione nei servizi pubblici solo in ambito di ricerca. Consulenza e supporto alle istituzioni sanitarie venivano forniti da un gruppo di specialisti in migrazione provenienti dai settori della sociologia e dell’antropologia culturale. Di conseguenza, due profili diversi con competenze, etiche e compiti simili ma distinti hanno iniziato a lavorare fianco a fianco: interpreti di comunità e mediatori interculturali. Questo non è un fenomeno che riguarda solo la Slovenia: le due professioni sembrano competere anche in altri mercati europei: oltre ai Kommunaldolmetscher/innen, esistono anche Sprach- und Integrationsmittler/in, oltre agli interpreti di comunità italiani, ci sono anche i mediatori interculturali italiani, per citarne alcuni. Poiché vi è una parziale sovrapposizione tra i profili e una distinzione sfumata tra di loro, abbiamo deciso di definire entrambi i profili e di certificare ufficialmente entrambe le professioni in Slovenia sviluppando standard occupazionali e qualifiche professionali nazionali (National Vocational Qualification - NVQ) per ciascuno di loro.

Dopo un lungo lavoro collaborativo, nel 2020, due NVQ sono state approvate dal Ministero del Lavoro, della Famiglia, degli Affari Sociali e delle Pari Opportunità della Repubblica di Slovenia: la Qualifica Professionale Nazionale per la Lingua Albanese e la Qualifica Professionale Nazionale per la Mediazione Interculturale. Oltre agli standard professionali sono stati formulati anche i cataloghi delle conoscenze e competenze professionali, in cui sono descritti gli standard specifici di queste conoscenze e competenze. Le versioni slovene degli standard per interpreti di comunità per l’albanese e per i mediatori interculturali sono disponibili online, mentre le traduzioni in inglese sono incluse nella monografia TRAMIG.

Le principali differenze tra i due standard sono particolarmente evidenti nei cataloghi, dove vengono definiti i compiti chiave e le conoscenze e competenze acquisite per ciascun profilo. La NVQ per interpreti di comunità per la lingua albanese elenca tra i compiti chiave le seguenti competenze:

  • Interpretazione consecutiva, chuchotage e traduzione a vista, oltre alla traduzione di testi brevi rilevanti per l'interpretazione.
  • Interpretazione e traduzione di discorsi in diversi registri e ambiti.
  • Utilizzo di strumenti e tecnologie adeguati per la traduzione e l'interpretazione.
  • Acquisizione di informazioni aggiuntive relative all’ambito di interpretazione.
  • Comunicazione e instaurazione di contatti con colleghi, professionisti e utenti finali.

Tra le conoscenze e competenze più importanti, il catalogo per gli interpreti di comunità elenca la capacità di:

  • interpretare e tradurre testi legati al compito di interpretazione dall'albanese allo sloveno e viceversa;
  • interpretare e tradurre testi legati al compito di interpretazione con la massima accuratezza, senza aggiunte superflue oppure omissioni;
  • ascoltare attentamente e utilizzare varie tecniche di memorizzazione;
  • attenersi alle caratteristiche basilari dell'interpretazione, come la presentazione iniziale di tutti i partecipanti, il posizionamento e la gestione dei turni di parola;
  • scegliere e fornire l'interpretazione più adatta alle circostanze: interpretazione consecutiva per dialoghi o scambi prolungati supportata da presa di appunti, chuchotage o traduzione a vista;
  • utilizzare diverse tecniche di presa di appunti;
  • riconoscere le situazioni in cui è necessario assumere una posizione primaria di relatore e interrompere la comunicazione (per esempio, per chiedere chiarimenti o per segnalare un malinteso culturale);
  • rispettare i diversi ruoli dei partecipanti (distinguere tra il ruolo di interprete e quello di operatore sanitario, etc.);
  • utilizzare la lingua albanese per diversi utenti linguistici, adattandola alla loro età, genere, provenienza regionale e status socioeconomico;
  • comprendere le diverse varietà linguistiche della lingua albanese (per esempio, i diversi dialetti, le espressioni idiomatiche, etc.) e i diversi registri (per esempio, il discorso orale meno formale, la lingua standard formale, etc.);
  • usare il registro appropriato alla situazione e al tipo di discorso;
  • utilizzare una terminologia adeguata, per esempio quella impiegata in ambito sanitario, educativo, amministrativo o nei procedimenti di polizia;
  • conoscere il settore per cui si interpreta;
  • rispettare le differenze culturali e rispondere in modo adeguato;
  • comprendere i comportamenti specifici, i gesti, il tono della comunicazione verbale e non verbale;
  • essere consapevoli dei diversi ruoli professionali e delle identità specifiche di diverse culture;
  • cercare informazioni affidabili necessarie per l'interpretazione;
  • utilizzare efficacemente fonti di documentazione e terminologia (per esempio, database terminologici, corpora linguistici, etc.);
  • valutare correttamente i documenti e le fonti affidabili disponibili online e su altri media;
  • creare database terminologici propri per il settore per cui si interpreta;
  • essere cortesi, rispettosi e diplomatici;
  • riconoscere i propri pregiudizi culturali, politici, religiosi e di altra natura, e astenersi dal lasciarsi influenzare durante l'interpretazione e la comunicazione con i clienti;
  • lavorare efficacemente con persone di diverse culture, rispettare le altre culture e riconoscere le differenze culturali;
  • rispettare le regole di collaborazione con gli altri partecipanti all'interpretazione (per esempio, in ambito sanitario);
  • sapere come ottenere informazioni sulla natura dell'incontro o della conversazione da interpretare e concordare con gli altri partecipanti il protocollo comportamentale e il posizionamento di tutti i partecipanti.

Lo stesso elenco di competenze è stato utilizzato per la preparazione di due ulteriori NVQ per interpreti di comunità per la lingua persiana e per quella araba, che si spera verranno certificate nei prossimi mesi. Queste lingue sono state identificate come le barriere più critiche in ambito sanitario e in altri settori dei servizi pubblici.

La NVQ per mediatori interculturali ha sottolineato altre competenze:

  • Stabilire e facilitare la comunicazione interculturale all'interno e all'esterno delle istituzioni coinvolte nell'integrazione dei migranti.
  • Fornire informazioni ai gruppi di riferimento/migranti sui loro diritti e doveri in Slovenia.
  • Promuovere il dialogo interculturale tra i migranti e gli altri membri della società slovena.

I mediatori interculturali devono essere in grado di:

  • fornire mediazione interculturale e linguistica in sloveno e nella lingua dei migranti nei settori dell’educazione e della formazione professionale, dell’occupazione, della sanità e della previdenza sociale, dell’abitazione, dell’amministrazione pubblica, etc.;
  • utilizzare diverse modalità di mediazione linguistica;
  • comprendere le barriere più comuni all'integrazione dei migranti in Slovenia;
  • utilizzare e adattare la terminologia relativa alla mediazione interculturale;
  • essere consapevoli delle caratteristiche sociali, culturali ed economiche (comprese quelle linguistiche, religiose, politiche, etc.) di almeno un paese/territorio straniero e impegnarsi a migliorare costantemente le proprie conoscenze attraverso l'apprendimento continuo;
  • comprendere il funzionamento dei servizi pubblici;
  • comprendere le diverse credenze e pratiche dei migranti che necessitano di mediazione interculturale, così come  le credenze e le pratiche culturali specifiche presenti dentro e fuori dalle istituzioni in Slovenia;
  • conoscere la struttura e le attività dell'amministrazione statale e pubblica e delle altre organizzazioni slovene, nonché dei territori/paesi di origine dei migranti per i quali si fornisce la mediazione interculturale;
  • conoscere le categorie o gli status dei migranti e comprendere i diritti e i doveri dei migranti in Slovenia;
  • assistere i migranti a familiarizzare con la struttura e le attività dell’amministrazione statale e pubblica in Slovenia;
  • aiutare i migranti a esercitare i loro diritti e doveri in Slovenia riguardo a istruzione, occupazione, sanità, procedure amministrative, previdenza sociale, etc.;
  • comprendere le caratteristiche sociali, culturali ed economiche (comprese quelle linguistiche, religiose, politiche, etc.) di almeno un paese/territorio d’origine dei migranti e migliorare le proprie conoscenze nel corso dell'apprendimento continuo;
  • comprendere l'importanza dell'integrazione come processo bidirezionale e dimostrare la capacità di trasmettere questo concetto al gruppo di riferimento e agli altri residenti in Slovenia durante il processo di mediazione interculturale;
  • promuovere la creazione di reti sociali;
  • comprendere l'importanza del dialogo interculturale in vari ambiti: culturale, sociale, economico, etc.;
  • rispettare e promuovere l'uguaglianza di genere;
  • comprendere i processi migratori e l'importanza dell'integrazione dei migranti;
  • sensibilizzare i lavoratori di varie organizzazioni e gli altri cittadini alle culture dei migranti e aiutarli a sviluppare un atteggiamento adeguato verso le abitudini, pratiche e credenze culturali dei migranti.

Come possiamo osservare, la NVQ per i mediatori interculturali non è specifica per una lingua; infatti, non richiede un alto livello di padronanza linguistica, ma si concentra sul lavoro sociale e sulla consulenza. Sebbene i mediatori interculturali lavorino anche per superare le barriere linguistiche, il loro obiettivo non è fornire un’interpretazione tra due parti che non si comprendono, ma spiegare il sistema sanitario, legale o scolastico del paese ospitante, così da responsabilizzare gli utenti dei servizi pubblici. Gli interpreti di comunità, d’altro canto, garantiscono il trasferimento accurato del messaggio dalla lingua di origine a quella di destinazione e sono quindi indispensabili quando la precisione è di fondamentale importanza, cioè in tutti i contesti ad alto rischio, come per esempio, durante l’accettazione in ospedale, la raccolta di anamnesi, le dimissioni ospedaliere o i colloqui per la richiesta di asilo.

Tuttavia, abbiamo ritenuto che, a causa della mancanza di programmi formativi per interpreti di comunità in Slovenia, fosse necessario fornire ulteriori indicazioni ai candidati che potrebbero decidere di sostenere l'esame di qualifica professionale e a coloro che già esercitano la professione di interprete di comunità. Abbiamo quindi collaborato con quattro associazioni professionali di interpreti (l’Associazione dei Traduttori e Interpreti della Slovenia, STRIDON – Associazione Slovena di Studi sulla Traduzione, l’Associazione degli Interpreti della Lingua dei Segni Slovena e l’Associazione Slovena degli Interpreti di Conferenza) per redigere il Codice Etico Sloveno per gli Interpreti di Comunità, che delinea il comportamento auspicabile degli interpreti di comunità, ovvero come “dovrebbero” lavorare professionalmente, e gli Standard di Pratica Sloveni per gli Interpreti di Comunità, che forniscono esempi di buone pratiche e descrivono “come” un interprete individuale applica i principi etici in modo pratico.

Siamo consapevoli dei limiti di ogni codice etico e che, quando si trovano di fronte a un dilemma etico, gli interpreti, come Lindita, dovrebbero considerare, oltre ai documenti deontologici, anche i possibili rischi e le conseguenze di ogni decisione presa. Tuttavia, grazie alla qualificazione e ai documenti deontologici, speriamo di essere riusciti a fare un piccolo passo verso una maggiore professionalizzazione della pratica dell'interpretazione di comunità, un servizio di qualità superiore e, infine, anche verso una maggiore inclusione dei cittadini della Slovenia che non parlano sloveno.

Dettagli

Data di pubblicazione
15 marzo 2021
Lingua
  • inglese
  • italiano
Categoria EMT
  • Esperienza lavorativa/occupabilità