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Articolo15 marzo 202216 min di lettura

Apprendere aiutando: l’esperienza di un’agenzia di servizi linguistici studentesca pro bono

Di Gaia Ballerini, assegnista di ricerca e responsabile del progetto IN.TRA, Dipartimento di Interpretazione e Traduzione (DIT), Università di Bologna e Caterina Genovese, Alessandra Turato e Annachiara Zabotto, studentesse del Corso di Laurea Magist

Logo of the company IN.TRA

Nel corso degli ultimi anni, in seno alla comunità accademica del Dipartimento di Interpretazione e Traduzione (DIT) dell’Università di Bologna, un gruppo di docenti guidati dalla Prof.ssa Silvia Bernardini e dal Prof. Paolo Scampa ha espresso l’urgenza di sviluppare un’iniziativa di traduzione su base volontaria che ponesse al centro della propria attività la partecipazione attiva di studentesse e studenti a progetti con una forte valenza sociale.

Nel marzo 2021 tale proposta si è concretizzata con la fondazione di IN.TRA, agenzia di servizi linguistici pro bono e studentesca del DIT, della quale analizzeremo, nelle sezioni seguenti, il contesto formativo, gli obiettivi, la struttura e le tappe compiute in questo primo anno di progetto.

1. Il contesto formativo di riferimento in didattica della traduzione

Gli ultimi venti anni hanno segnato una fase di importante sviluppo per la formazione in traduzione. Studiosi e docenti hanno enfatizzato la necessità di armonizzare pratica didattica e standard di un universo professionale in costante evoluzione così come è apparso sempre più evidente come le competenze da sviluppare per consentire ai futuri traduttori di inserirsi con profitto nel mercato della traduzione necessitassero di approcci didattici che favorissero un loro sviluppo integrato.

L’incontro fra ricerca accademica, impegno istituzionale e dialogo con le parti sociali ha portato a un’intensa riflessione sul concetto di competenza e al fiorire di modelli in cui le competenze maggiormente legate alla professione acquisiscono crescente visibilità. Il modello elaborato dall’EMT (2017), il più recente, evidenzia proprio come tali competenze passino da essere sotto-competenze ad aree indipendenti.

Così, accanto alla competenza linguistica e culturale e a quella traduttiva in senso stretto, trovano posto la competenza tecnologica (relativa agli strumenti del mestiere), la competenza personale e interpersonale (che comprende le capacità di lavorare in gruppo e di apprendere nuove competenze) e la competenza relativa alla fornitura di servizi linguistici (che comprende, ad esempio, i rapporti con i clienti e la gestione dei progetti) (Scampa, Ballerini e Bernardini 2022).

In tale scenario, studiosi e docenti di traduzione, riconoscendo i limiti di un approccio basato sul mero esercizio di traduzione guidato e corretto in aula dal docente (definito da Kiraly (2005) ‘who’ll take the next sentence approach’), che non tiene conto delle abilità e competenze ritenute fondamentali nel mercato della traduzione e nella formazione del traduttore, iniziano a sviluppare teorie e metodologie didattiche di stampo professionalizzante attente alla naturale complessità dell’attività professionale del traduttore.

Vengono così elaborati e attuati approcci che mirano a ricreare in aula la realtà professionale del traduttore simulandone le attività, gli standard e l'interazione propri dell'ambito lavorativo o integrando progetti autentici di traduzione nei corsi di studio grazie ai quali gli studenti hanno la possibilità di confrontarsi con gli stessi standard richiesti dal mondo professionale.

Tra le proposte principali fatte si citano l’approccio socio-costruttivista in ambito traduttivo di Kiraly (2005), il Translation Project Using Translation Tools di Krüger e Serrano Piqueras (2015) della University of Applied Sciences di Colonia e la metodologia promossa da Daniel Gouadec presso l’Université de Rennes 2. Apprendimento collaborativo, progetti di traduzione autentici per clienti autentici, riproduzione in aula dell’ambiente di lavoro professionale, autonomia, senso di responsabilità, sono gli elementi che li caratterizzano.

In ambito europeo la pedagogia per progetto ha assunto un ruolo centrale nella didattica della traduzione grazie ai progetti OTCT (Optimising Translator Training through Collaborative Technical Translation) e INSTB (International Network of Simulated Translation Bureaus) sviluppati tra il 2014 e il 2016, entrambi volti ad agevolare l’integrazione delle pratiche professionali nella formazione del traduttore attraverso la simulazione di progetti collaborativi di traduzione, il primo, e la creazione di vere e proprie agenzie di traduzione simulate, il secondo.

1.1. Il service-learning

Prima di passare a una trattazione più specifica su IN.TRA è tuttavia necessario aggiungere un ulteriore tassello didattico che riguarda un approccio non ancora del tutto esplorato in didattica della traduzione ma particolarmente rilevante per il progetto, il cosiddetto service-learning.

Per service-learning (definito anche community based o community engaged learning) si intende un approccio pedagogico che integra il servizio o l’impegno comunitario «significativo» all’interno del curriculum accademico e offre agli studenti crediti accademici che certificano l’apprendimento derivante dal coinvolgimento attivo all’interno della comunità e dal lavoro su un problema reale.

Basato su un processo di riflessione sull’esperienza pratica di impegno civico nella comunità e su strategie di apprendimento esperienziale, il service-learning insegna la responsabilità civica e le competenze chiave di cittadinanza (comunicare, collaborare, progettare, risolvere problemi, acquisire e interpretare informazioni, acquisire consapevolezza di sé, apprendere ad apprendere) rafforza le comunità, promuove lo spirito solidale, la responsabilità sociale e l’azione civica.

Sebbene il servizio espletato alla e nella comunità sia ‘volontario’, il service-learning non è un’attività di volontariato. Pur condividendo l’elemento di gratuità, l’attività svolta, in uno scambio biunivoco di conoscenze e competenze, apporta beneficio alle due parti coinvolte, ossia comunità e studenti. Ben diverso, quindi, da attività di volontariato nelle quali il focus è posto esclusivamente sul servizio e sul suo destinatario e solo uno dei due attori coinvolti, in questo caso lo studente, si avvicina all’altro, la comunità.

Sviluppatosi negli Stati Uniti a partire dagli anni 1980, e in fase di espansione in Italia grazie anche a progetti quali Europe Engage (https://www.eoslhe.eu/europe-engage/) e UNICORN (https://site.unibo.it/unicorn-eu/en), il service-learning si propone di rispondere ai bisogni individuati congiuntamente da studenti e comunità invitando gli studenti ad applicare direttamente sul campo conoscenze teoriche e pratiche acquisite in aula, in un incontro multidisciplinare.

Quanto ai campi di applicazione del service-learning in ambito accademico, le esperienze nella formazione in traduzione rimangono limitate, anche negli Stati Uniti, luogo in cui si è originato e sviluppato. Eppure, l’impegno volontario e gratuito di traduttori professionisti e in formazione nell’ambito del no profit e non profit è forte e può essere interpretato come il segnale di un naturale spirito di impegno civico del traduttore e della sua attività. In più, le competenze di cittadinanza civica che il service-learning intende sviluppare negli studenti trovano riscontro anche nella formazione del traduttore. Risoluzione dei problemi, capacità di autovalutazione, progettazione, sono competenze richieste al futuro traduttore anche dal mondo professionale (cfr. 1).

In questo quadro, si è pensato di approfondire l’impatto dell’applicazione del service-learning sulla fornitura di servizi linguistici facendo convergere, in un unico ed innovativo approccio, service-learning, teorie e pratiche didattiche dei progetti collaborativi di traduzione, determinando in tal modo un service-learning più improntato alla traduzione in cui educazione civica e formazione curriculare degli studenti fossero in proficua armonia.

Da tale volontà ed esigenza è nato nel marzo 2021 il corso a scelta ‘Service-learning Laboratory’ rivolto a studenti e studentesse del Corso di Laurea Magistrale in Specialized Translation.

2. Service-learning Laboratory: il corso e la fondazione di IN.TRA

‘Service-learning Laboratory’ nasce con uno scopo virtuoso: la fondazione di un’agenzia di servizi linguistici pro bono.

Gestita in autonomia da studentesse e studenti con la supervisione di docenti e tutor del corso di laurea, questa agenzia si rivolge soprattutto, ma non in forma esclusiva, a ONG, associazioni no profit e non profit meritevoli, e le interazioni che si generano da questa collaborazione portano a un importante sviluppo delle competenze chiave di cittadinanza dei partecipanti.

L’idea alla base di tale progetto è che service-learning e formazione del traduttore possano essere integrati e mantenuti in equilibrio. Questo richiede quindi che gli studenti sviluppino conoscenze e competenze proprie del service-learning e dell’attività professionale del traduttore.

Picture of a screen on a stage with the logo of IN.TRA on it

Per ciò che riguarda il service-learning, viene proposta all’inizio del corso una riflessione puntuale su competenze, principi e standard di tale approccio in modo da creare le condizioni necessarie affinché le attività che seguiranno siano svolte con consapevolezza sociale e personale e nel rispetto degli standard del service-learning. Quanto alla formazione alla professione, il corso introduce una modalità di apprendimento autonomo e collaborativo in cui tutte le competenze acquisite nei singoli moduli del corso di laurea magistrale in traduzione specializzata vengono messe in campo in modo integrato per raggiungere uno scopo socialmente rilevante.

Come in una agenzia di servizi linguistici autentica, gli studenti compongono un team suddiviso in gruppi di lavoro che in questo caso si occupano di project management, traduzione e revisione, terminologia, comunicazione esterna. Il team studentesco è responsabile di tutte le fasi e di tutti gli aspetti di erogazione del servizio, dall’identificazione della committenza, alla scelta degli incarichi da svolgere, alla definizione di modalità di quality assurance, all’ideazione di strategie di comunicazione. Mentre queste decisioni coinvolgono tutti i partecipanti, ciascuno ha la possibilità di fare esperienze diverse e specifiche all’interno di ciascun gruppo di lavoro e comprendere quali ruoli gli sono più confacenti. Difatti, a rotazione, gli studenti assumono ruoli diversi durante il progetto, confrontandosi con competenze e abilità proprie di ogni profilo ricoperto, così come con problemi e criticità diversi.

Sebbene gli incontri siano improntati alla fondazione e gestione di un’agenzia di servizi linguistici pro bono, il ‘Service-learning Laboratory’ è pur sempre inquadrato come corso universitario rendendo necessaria una valutazione delle attività degli studenti. Nel rispetto dei principi del service-learning e degli obiettivi del corso, la valutazione avviene in due momenti distinti e assume forme diverse. In una prospettiva formativa, al termine di ogni incontro gli studenti sono chiamati a riflettere criticamente su impegno civico e crescita personale affidando le loro riflessioni alla redazione di un diario personale. In un’ottica sommativa, invece, la comunità coinvolta partecipa alla valutazione rispondendo a un questionario specifico, mentre gli studenti presentano un portfolio delle attività svolte soffermandosi sulle competenze civiche e professionali acquisite.

Sebbene la creazione dell’agenzia di servizi linguistici abbia richiesto un intenso lavoro di progettazione e sviluppo, incontro dopo incontro, con grande spirito di collaborazione e cooperazione, le studentesse sono riuscite a fondare IN.TRA – Inclusive Translation for Community Engagement.

3. Il primo anno di IN.TRA: la parola alle fondatrici

IN.TRA è un’agenzia di servizi linguistici pro bono creata nel marzo del 2021 da sette studentesse del I e II anno del Corso di Laurea Magistrale in Specialized Translation (Dipartimento di Interpretazione e Traduzione), ovvero Elisa Maria Billone, Marialucia D’Arcangelo, Marian Fabbri, Caterina Genovese, Lisa Porretti, Alessandra Turato e Annachiara Zabotto, al cui interno hanno assunto, a pieno titolo, il ruolo di socie fondatrici.

All’interno dell’agenzia, il service-learning ricopre un ruolo fondamentale poiché le competenze di cittadinanza attiva vengono sviluppate attraverso i servizi linguistici offerti. È proprio per mezzo delle parole che è possibile creare un cambiamento e l’obiettivo di IN.TRA è di generarlo donando una voce a chi non la possiede e traducendola in più di sette lingue, così da poter varcare i confini territoriali e raggiungere quante più comunità possibile.

A tale proposito, è necessario porre l’accento sul concetto di comunità e, soprattutto, spiegare in che modo l’agenzia la concepisce. Quella a cui IN.TRA ha scelto di rivolgersi è una comunità globale, che, come precedentemente affermato, non attraversa soltanto confini territoriali, bensì anche linguistici, culturali, sociali ed economici. Si tratta altresì di una comunità che potrebbe essere definita ‘multidimensionale’ poiché non si sviluppa soltanto in una dimensione spaziale, ossia attraverso l’interazione fisica e presenziale dei suoi membri, ma abbraccia anche la nuova dimensione virtuale, che consente di raggiungere chiunque necessiti dei servizi offerti dall’agenzia e di rispondere istantaneamente agli appelli lanciati in situazioni d’emergenza.

Collaborare attivamente per l’abbattimento di barriere di ogni tipo nonché costruire ponti che contribuiscano alla costituzione di una vera e propria comunità globale è la vision di IN.TRA. La mission, invece, consiste nel mettere le competenze del team al servizio di organizzazioni meritevoli nazionali e internazionali non profit, no profit, Onlus e ONG, ovvero enti che condividano gli stessi valori su cui si fonda l’agenzia e che, attraverso il loro operato, cerchino di sensibilizzare a temi di fondamentale importanza quali, ad esempio, crisi ambientale e climatica e tutela dei diritti dei minori in situazioni di emergenza.

Proprio come avviene nei progetti collaborativi, si assiste a uno scambio di competenze e conoscenze tra i e le partecipanti al progetto. Difatti, le competenze possedute dalle co-fondatrici non sono statiche, bensì dinamiche e in continua evoluzione: ciascuna, infatti, è chiamata a mettersi in gioco, ad acquisire quante più nuove nozioni possibile e, soprattutto, a condividere il proprio sapere con le studentesse e gli studenti che decidono di intraprendere anch’essi questo cammino. Tale scambio multidirezionale rappresenta il caposaldo di IN.TRA, un elemento imprescindibile dell’agenzia che rafforza il circolo virtuoso.

Inizialmente, il corso di ‘Service-learning Laboratory’ prevedeva una lezione di un’ora e mezza a settimana, ma sin dai primi incontri si percepiva come questo progetto avesse, per chi vi aderiva, un peso che andava ben oltre i crediti universitari. Mosse dall’entusiasmo di un obiettivo così tangibile e allo stesso tempo ambizioso, le fondatrici hanno individuato i primi due passi fondamentali da compiere: per potersi proporre a qualsiasi cliente e farsi conoscere come agenzia era prima necessario avere un’identità ben definita. Consapevoli del fatto che le idee e l’industria linguistica hanno tempi e ritmi diversi da quelli di un corso universitario, si è deciso di creare un gruppo di messaggistica istantanea come canale di comunicazione principale in modo da confrontarsi, condividere opinioni e assegnare gli incarichi in modo immediato e indipendente dall’orario di lezione.

La scelta del nome è ricaduta su IN.TRA – Inclusive Translation for Community Engagement che riprende il senso di “interno a una comunità” e la volontà di mettere i servizi linguistici offerti a disposizione di chiunque abbia bisogno di una voce per continuare a esercitare una cittadinanza attiva, fungendo da ponte, da filo che lega un capo del mondo all’altro, una comunità all’altra. Questa è la visione che IN.TRA vuole raccontare attraverso il suo logo, un nucleo da cui si dipartono tante linee colorate, tutte diverse, che vanno a collegarsi ad altri puntini più lontani.

Parallelamente al processo di naming e branding sono stati definiti obiettivi a medio e lungo termine quali la creazione di un indirizzo mail ufficiale, la definizione del tipo di comunità a cui proporsi come collaboratori e l’identificazione della buyer persona, ovvero il target da raggiungere attraverso la creazione di un profilo social.

I committenti con cui collaborare sono stati individuati in tutte quelle organizzazioni non profit e no profit il cui lavoro fosse in linea con la mission di IN.TRA: adoperarsi per abbattere qualsiasi tipo di barriera (linguistica, sociale, economica) che ostacolasse l’accesso di comunità più svantaggiate all’esercizio dei propri diritti fondamentali. Attualmente l’agenzia collabora principalmente con organizzazioni impegnate rispettivamente nel garantire il diritto all’istruzione a minori in contesti di guerra o di sfruttamento e l’applicazione della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia per tutelare i diritti dei minori in svariati ambiti, quali, ad esempio, la giustizia ambientale.

Con la crescita dell’agenzia e l’aumento del carico di lavoro da parte dei committenti si è resa necessaria una suddivisione degli incarichi volta non solo all’organizzazione degli stessi, ma anche all’acquisizione e allo scambio di competenze tra i membri. Sono stati quindi individuati quattro gruppi di lavoro:

  • Traduzione e revisione
  • Social media management
  • Project management
  • Terminologia

Tutti i membri dell’agenzia ricoprono il ruolo di traduttori/rici e revisori in base alle richieste pervenute di volta in volta, mentre ad oggi solo le fondatrici hanno occupato le altre posizioni. Con l’ingresso di nuovi studenti però, anche gli altri gruppi di lavoro apriranno le porte ai nuovi membri.

Le Social Media Manager hanno curato la creazione della pagina Instagram dell’agenzia di cui gestiscono i contenuti e la comunicazione social (https://www.instagram.com/intra.unibo/).

Le Project Manager si occupano dell’organizzazione del flusso di lavoro a partire dalla comunicazione con il cliente, passando poi alla creazione di cartelle progetto e file di elenco lavori, nonché della ricerca di strumenti di lavoro collaborativi che possano soddisfare le esigenze dell’agenzia e farla crescere. Il reparto Terminologia, invece, crea i glossari per cliente con terminologia più importante, eventuali styleguide sulla base di feedback del cliente e file da allineare in vista di TM.

Come già accennato, il dinamismo e l’evoluzione sono colonne portanti di questo progetto e di questa agenzia; pertanto, i gruppi di lavoro sono stati pensati in un’ottica collaborativa e di diffusione delle conoscenze, di reciprocità tra l’agenzia e i suoi membri: le studentesse apprendono quanto più possibile le une dalle altre, ognuna mettendo a disposizione le proprie competenze e capacità, condividendo esperienze e conoscenze e fungendo da mentore per le altre. Una volta apprese le dinamiche e lo svolgimento delle mansioni principali, i membri del team sono poi chiamati a cambiare gruppo di lavoro, in modo da massimizzare lo scambio di conoscenze.

Per quanto riguarda, invece, la presenza sui social, l’account Instagram permette di seguire i committenti e allo stesso tempo raggiungere gli studenti e le studentesse del Dipartimento di Traduzione e Interpretazione di Forlì, con l’obiettivo di avvicinare la comunità studentesca a questa realtà. Grazie a questa strategia di comunicazione è stato possibile ampliare il pool di collaboratori, ai quali è stato chiesto di superare un processo di selezione che prevedeva l’invio del proprio CV e una lettera motivazionale, un colloquio e una prova di traduzione nelle lingue di lavoro di ogni candidato.

L’agenzia sta continuando a crescere anche grazie ad un nuovo corso di service-learning promosso dal Dipartimento, in cui gli studenti potranno contribuire attivamente allo sviluppo di IN.TRA: all’ampliamento della propria rosa di committenti, al consolidamento della struttura organizzativa e della sua presenza online e all’implementazione delle risorse terminologiche dell’agenzia a partire dal materiale tradotto.

Inoltre, proprio in questi ultimi giorni IN.TRA si è unita all’iniziativa Russisti per la pace organizzata spontaneamente da studenti e studentesse del Dipartimento che hanno scelto di mettere al servizio delle popolazioni colpite dalla crisi Russia-Ucraina le proprie competenze linguistiche e traduttive.

IN.TRA si è mobilitata partecipando alla prima fase attualmente attiva dell’iniziativa: la creazione di un team composto da studenti e studentesse volontari dei Corsi di Laurea Magistrale in Specialized translation, Interpretazione e del Corso di Laurea Triennale in Mediazione Linguistica Interculturale. Studenti e studentesse si sono resi disponibili per far fronte alle richieste di traduzioni, interpretazioni e mediazioni linguistiche da e verso il russo e l’ucraino che perverranno dalle associazioni no profit e dalle ONG contattate, operative sia nei luoghi colpiti sia a livello locale. Prevedendo un afflusso importante di richieste, il team di social media management ha pensato di sensibilizzare la comunità virtuale pubblicando un post sul proprio profilo Instagram volto ad ampliare il team di volontari. In soli due giorni i project manager di IN.TRA hanno ricevuto numerose candidature di ex studenti dei corsi di laurea del Dipartimento, traduttori e interpreti professionisti.

Per conoscere le fasi successive dell’iniziativa di Russisti per la pace e rimanere aggiornati sulle attività di IN.TRA è possibile seguire il canale social https://www.instagram.com/intra.unibo/ o contattare IN.TRA a intra [dot] infoatdipintra [dot] it (intra[dot]info[at]dipintra[dot]it).

Bibliografia

Kiraly, Donald (2005) “Project-Based Learning: A Case for Situated Translation”, Meta: journal des traducteurs/ Meta: Translators' Journal, 50, no 4: 1098–111.

Krüger, Ralf, and Jésus Serrano Piqueras (2015) “Situated Translation in the Translation Classroom” in Current Trends in Translation Teaching and Learning E, 2: 5–30, URL: http://www.cttl.org/cttl-e-2015.html (ultima visita 11 marzo 2022)

Scampa, Paolo, Ballerini, Gaia and Bernardini, Silvia (2022) “La formazione in traduzione fra competenze, professione e civismo. Alcune riflessioni sul service-learning”, inTRAlinea, Vol. 24, https://www.intralinea.org/current/article/la_formazione_in_traduzione_fra_competenze_professione_e_civismo (ultima visita 14 marzo 2022).

Dettagli

Data di pubblicazione
15 marzo 2022
Lingua
  • francese
  • inglese
  • italiano
Categoria EMT
  • Iniziative pedagogiche
  • Esperienza lavorativa/occupabilità
  • Competenze di traduzione