
Cosa si intende per accessibilità? E perché è importante per i traduttori?
Accessibilità significa assicurare alle persone con disabilità e/o con bisogni speciali di avere accesso alla società in maniera equa. Ad oggi questa tematica è oggetto di grande attenzione per le società moderne e ha portato all’adozione di nuove disposizioni contro la discriminazione e a favore di opportunità eque per tutti. La Convenzione delle Nazioni Unite per i Diritti delle Persone con Disabilità (CDPD) del 2006 fu il primo trattato vincolante sui diritti umani ad affrontare il tema dell’accessibilità (cfr. Broderick, 2020). Approvandola nel 2014, la Svizzera si è impegnata a garantire che venga attuata nella sua interezza; questo significa che le istituzioni pubbliche hanno l’obbligo di impegnarsi per diventare accessibili a tutti, incluse le persone sorde o con disabilità uditive. In Svizzera, ciò parte dalla legislazione nazionale che promuove l’accessibilità; un esempio è lo Swiss Disability Discrimination Act del 2002, il quale prevede che la comunicazione debba diventare accessibile.
Traduttori e interpreti giocano un ruolo fondamentale nell’abbattimento delle barriere linguistiche, poiché rendono accessibile un contenuto anche al di fuori delle culture che lo hanno prodotto (vedi, ad esempio, Bernardini et al. 2020). In linea con questi sviluppi, a Settembre 2021 la Facoltà di Traduzione e Interpretariato (FTI) di Ginevra ha introdotto la lingua dei segni francese nel programma del suo corso di laurea in Comunicazione Multilingue, e nel 2023 aggiungerà la lingua dei segni italiana. Queste innovazioni sono state sviluppate nel contesto del recentissimo Centre for Barrier-Free Communication della FTI, creato con il supporto economico della stessa, della Federazione Svizzera dei Sordi e della fondazione Procom.
Perché abbiamo inserito la lingua dei segni nei nostri programmi di studio?
Due erano gli obiettivi principali quando è stato messo a punto il programma: da una parte includere le persone sorde nei luoghi di lavoro rendendoli più accessibili, dall’altra convogliare le informazioni verso un pubblico più ampio attraverso la formazione di specialisti della comunicazione nella lingua dei segni. Il nuovo corso di laurea della FTI supporta, in particolar modo, l’attuazione dei sopracitati quadri legali, soprattutto sensibilizzando la collettività alle esigenze e alla cultura delle persone sorde. Inoltre, non ci sono abbastanza interpreti in lingua dei segni per far fronte alla domanda nelle regioni della Svizzera francofone e italofone (si veda ARCInfo 2018). Formare studenti in grado di operare nel settore della comunicazione che conoscano anche le lingue dei segni risponde dunque alle necessità del mercato svizzero, e contribuisce a creare una società più inclusiva.
Si tratta del primo corso di laurea in Svizzera a offrire un curriculum completo nell’ambito della lingua dei segni. L’obiettivo è fornire agli studenti delle basi solide su tematiche relative alla lingua dei segni, alla comunicazione e alla tecnologia, in modo che possano continuare il loro percorso accademico fino al dottorato, sia esso in traduzione, interpretariato o accessibilità. Prevediamo anche di contribuire allo sviluppo di nuove risorse per l’insegnamento e di promuovere la ricerca in questo campo.
In totale, sono stati creati 11 nuovi corsi per ogni combinazione linguistica. Gli studenti saranno anche formati su ambiti legati all’accessibilità e alle skill digitali. La maggior parte delle lezioni sono tenute da persone sorde; ciò contribuisce a rendere l’università accessibile a una popolazione più variegata e consente agli studenti normoudenti di immergersi in un ambiente incentrato sulle persone sorde. Potete scoprire di più sul programma e sui requisiti di ammissione visitando le pagine web dedicate: https://www.unige.ch/fti/it/faculte/departements/dtim/enseignement/languesignes/
Inoltre, ai candidati che hanno conseguito una laurea di I livello (BA) in Comunicazione Multilingue presso la FTI (o laurea equipollente), intenzionati ad aggiungere la lingua dei segni francese alle loro combinazioni linguistiche, viene offerto anche un programma part-time separato (Certificat complémentaire en langue des signes française - Certificato complementare in comunicazione in lingua dei segni francese). I requisiti di ammissione e il piano di studi sono disponibili anche online: https://www.unige.ch/fti/it/enseignements/certificats-complementaires/. Se possiedi una la
Perché i nostri primi studenti hanno scelto questo programma?
Cindy: “In quanto professionista nel settore della produzione culturale da più di quindici anni, il periodo del Covid ha messo in discussione tutte le mie certezze, così come per la maggior parte di coloro che lavorano nell’ambito della cultura. Cosa possiamo fare quando non siamo più considerati delle figure essenziali e quando i centri culturali non sono più accessibili? Quale sarà il futuro delle arti performative dopo il lockdown? Mi resi conto che avrei dovuto cercare strade diverse e aprirmi a opportunità inesplorate per costruirmi una nuova carriera. Questo BA mi è sembrato un’ottima occasione per rientrare nel mondo universitario e di conseguenza concedermi la possibilità di scegliere un nuovo futuro per la mia carriera.”
Sophia: “In Francia sono poche le scuole dove si insegna la lingua dei segni e quasi nessuna offre un curriculum combinato con lo studio di altre lingue. Dato che sono cittadina francese, l’Università di Ginevra mi ha dato l'opportunità di continuare a studiare la lingua dei segni francese. Sono sicura che questo ateneo mi offrirà una formazione di alto livello nel cuore di questa città internazionale, che mi preparerà per diversi tipi di sbocchi lavorativi legati alle lingue, sia quelle parlate sia quelle dei segni.”
Margaux: “Mi attirava l’idea di ricevere una formazione in traduzione e interpretariato della lingua dei segni e volevo capire come funzionasse. Mi piace l’aspetto visivo di questa lingua: avevo l’impressione che imparare una lingua dei segni fosse molto diverso dall’impararne una parlata, ed essendo io una persona abbastanza pratica e visiva, sentivo che sarebbe stata adatta a me. È anche una lingua che implica il contatto umano e lo scambio, cosa che mi piace molto. Non mi vedevo a lavorare in Belgio, dove ho studiato in passato: non so ancora in quale paese lavorerò, ma ero sicura di voler continuare a studiare la lingua dei segni affinché facesse parte del mio lavoro futuro.”
Chloé: “Cosa mi ha spinto a iscrivermi al programma della Facoltà di Traduzione e Interpretazione dell'UNIGE? Innanzitutto, il fatto che sia offerto da un’università e da una facoltà dal prestigio ampiamente riconosciuto. In secondo luogo, questo corso fa parte di un progetto davvero significativo, il cui scopo principale è riportare nelle università l’insegnamento della lingua dei segni dopo un lungo periodo di sospensione. Quando ho saputo della nascita di questo corso, ho colto la palla al balzo e sono molto felice di poter fare parte di questa iniziativa!”
Annick: “Al momento, questo è l’unico percorso di formazione esistente nella Svizzera francese che potrebbe permettermi di diventare in futuro un’interprete della lingua dei segni. Anche se questo non è il mio obiettivo finale, questo corso mi permette comunque di studiare una lingua dei segni a livello universitario, cioè in modo più approfondito dal punto di vista linguistico rispetto ai corsi offerti da associazioni locali (i corsi sono anche buoni, ma il ritmo è abbastanza lento, dato che deve essere adattato a un pubblico più ampio)”.
Léa: “Nel gennaio del 2021 ho ricevuto un’e-mail che annunciava l’apertura di un corso di formazione in lingua dei segni e non ho esitato a iscrivermi. Conoscevo già l’università perché l’avevo frequentata ed ero molto contenta all’idea di studiare la lingua dei segni; sapevo che questa istituzione è affidabile e che avrei goduto di una formazione strutturata che mi sarebbe potuta servire in seguito nel mercato del lavoro. Dall’inizio dell’anno accademico, mi viene spesso chiesto perché io stia imparando la lingua dei segni, mentre durante i miei studi precedenti nessuno mi ha mai domandato perché volessi imparare lo spagnolo. Comunque, in entrambi i casi sono stata spinta dallo stesso desiderio di capire altri parlanti e di usare una lingua diversa dal francese.”
Chloé: “Ho scelto di iscrivermi al corso di lingua dei segni della FTI, perché vorrei diventare interprete di lingua dei segni francese. Sto anche studiando traduzione (italiano, inglese e francese), quindi, quando ho saputo che avrei potuto ottenere il certificato di lingua dei segni, non ho avuto la benché minima esitazione! Ora posso studiare tutte le lingue che mi saranno utili in futuro per il mio lavoro!”.
Bibliografia
ARCInfo. 2018. Langue des signes: manque d'interprètes pour les sourds en Suisse romande. https://www.arcinfo.ch/articles/suisse/langue-des-signes-manque-d-interpretes-pour-les-sourds-en-suisse-romande-727130 [Data ultima consultazione: 01/11/2021]
Bernardini, Silvia, et al. 2020. Language service provision in the 21st century: challenges, opportunities and educational perspectives for translation studies. In: Sijbolt Noorda, Peter Scott, Martina Vukasovic. Bologna Process beyond 2020: Fundamental values of the EHEA. Bononia University Press, 2020. pp. 297-303.
Broderick, Andrea. 2020. Of rights and obligations: the birth of accessibility. In: The International Journal of Human Rights, 24:4, 393-413, DOI: 10.1080/13642987.2019.1634556
Swiss Federal Council. 2002. Federal Act on the Elimination of Discrimination against People with Disabilities (Disability Discrimination Act, DDA). https://www.fedlex.admin.ch/eli/cc/2003/667/it
United Nations. 2006. Convention on the Rights of Persons with Disabilities (CRPD), https://www.un.org/development/desa/disabilities/convention-on-the-rights-of-persons-with-disabilities.html
Dettagli
- Data di pubblicazione
- 24 novembre 2021
- Lingua
- neerlandese
- inglese
- italiano
- Categoria EMT
- Problemi della traduzione