
Permettetemi di spiegare in breve cosa intendo con la sigla “STB” presente nel titolo di questo articolo. “STB” sta per “Simulated Translation Bureau”. Si tratta di un concetto pedagogico messo in pratica ormai da diversi anni alla Laurea Magistrale in Traduzione della Vrije Universiteit Brussel (VUB), dove gli studenti vengono divisi in gruppi, ognuno dei quali simula un’agenzia di traduzione, composta da un project manager e circa sei traduttori/revisori, e lavora su un progetto di traduzione per un vero cliente (non-profit). Gli studenti devono affrontare diversi step fondamentali in un lavoro di questo tipo, a partire dalla scelta delle tariffe e dallo svolgimento delle attività di preparazione fino alla consegna finale della traduzione (o traduzioni). In questo modo, imparano a notare i collegamenti tra i vari aspetti del flusso di lavoro di un progetto di traduzione (compreso l’uso degli strumenti necessari) insegnate separatamente in altri corsi. Attualmente, questo approccio pedagogico è usato in molti programmi di formazione sulla traduzione, anche se in forme diverse.[i] La foto sotto mostra gli studenti STB della VUB al lavoro durante il periodo pre-covid.
Nel 2018, insieme al coautore Gys-Walt van Egdom, ho scritto un capitolo su “Professionalisation in Translator Education Through Virtual Teamwork” (“Professionalizzazione nella Formazione dei Traduttori Attraverso il Lavoro di Gruppo”) per il manuale di Mousten et al. intitolato “Multilingual Writing and Pedagogical Cooperation in Virtual Learning Environments” (“Scrittura Multilingue e Collaborazione Pedagogica in Ambienti di Lavoro Virtuali”).[ii] Abbiamo sottolineato l’importanza di inserire e favorire il lavoro di gruppo virtuale all’interno dei percorsi di formazione sulla traduzione e, a partire dalla nostra esperienza di insegnamento, abbiamo mostrato come questo concetto di lavoro in team virtuale possa essere messo in pratica nel contesto delle STB con collaborazioni inter-istituzionali. In tali contesti, studenti provenienti da diversi percorsi di formazione sulla traduzione lavorano insieme a progetti di traduzione e assumono vari ruoli: project manager, traduttore o revisore, ad esempio. I casi descritti nel capitolo riguardavano collaborazioni tra studenti di istituzioni partner della “International Network of Simulated Translation Bureaus”[iii], più nello specifico studenti della Vrije Universiteit Brussel, della Zuyd Hogeschool Maastricht e della University of Antwerp. Da allora, il lavoro di squadra virtuale all’interno della rete INSTB è aumentato ancora di più grazie alla collaborazione, tra gli altri, degli studenti di traduzione della University of Swansea e della Dublin City University.
Tuttavia, in tutte queste collaborazioni l’aspetto comunicativo si limitava soprattutto allo scambio di istruzioni e file via e-mail, con dei rari incontri online tra gli studenti project manager delle istituzioni coinvolte. Rispetto a oggi, il lavoro di squadra virtuale di allora si è rivelato essere solo una “versione light”.
Inoltre, tra gli studenti dello stesso team della VUB, la componente virtuale consisteva solo in scambi di e-mail, invio di messaggi istantanei tramite una nota piattaforma social o condivisione di un documento online. Dato che gli incontri settimanali si svolgevano all’interno del campus, non c’era la necessità che i singoli team passassero a una forma più avanzata di lavoro di gruppo virtuale. Persino nel 2020 non ce n’è stato bisogno, poiché il modulo del corso si svolgeva come prima, ovvero organizzando incontri settimanali di circa tre ore all’interno del campus. Quando il primo lockdown per il Coronavirus è stato messo in atto in Belgio (metà marzo 2020), gli studenti avevano quasi portato a termine i loro progetti.
Il modulo “Translation Bureau Simulation” della VUB è previsto al secondo semestre (a partire da febbraio), subito prima che gli studenti inizino il tirocinio presso un ente a loro scelta. Questo modulo consiste in una lezione introduttiva durante la quale agli studenti vengono fornite informazioni pratiche in merito agli obiettivi del corso, alla divisione in gruppi e ai ruoli (project manager, traduttore, revisore), ai “veri” progetti di traduzione a cui prenderanno parte e al metodo di valutazione. Seguono poi sette settimane di lezioni pratiche durante le quali gli studenti lavorano in gruppi per completare diverse attività secondarie che portano ai prodotti finali della traduzione. Queste al momento sono:
- stilare un preventivo;
- cercare materiale scritto inerente al progetto sia nella lingua di partenza che in quella d’arrivo;
- creare una memoria di traduzione sulla base di precedenti traduzioni attinenti al proprio progetto;
- compilare una banca dati terminologica multilingue per i vocaboli del testo (o testi) di partenza;
- traduzione e revisione tramite l’utilizzo di uno strumento per la traduzione assistita (CAT).
Tutte le lezioni si svolgono sotto la supervisione dei due professori che partecipano al modulo. Ogni sessione ha inizio con uno scrum meeting a cui tutti i gruppi prendono parte. Inoltre, i docenti offrono supporto e consigli aggiuntivi durante le lezioni pratiche nel caso in cui uno studente o un team avessero difficoltà con una o più attività secondarie e, di conseguenza, le sessioni risultano molto interattive. Inoltre, come insegnante è importante mostrare una certa flessibilità dal punto di vista comunicativo: alle volte è necessario parlare all’intero gruppo, altre volte a un team specifico o a un singolo studente (mentre gli altri lavorano ai loro progetti o si confrontano tra di loro).
Al termine del modulo, durante un incontro finale, gli studenti dovranno riportare com’è stato lavorare in gruppo ai loro progetti di traduzione. Infine, ognuno di loro consegnerà un portfolio con le proprie riflessioni sulle diverse attività secondarie e i docenti valuteranno il processo di apprendimento di ogni studente.
Durante lo scorso anno accademico, per necessità, si è deciso che il primo semestre del “Translation Bureau Simulation” si sarebbe svolto interamente in modalità online dal febbraio 2021. La questione più problematica dal punto di vista pedagogico riguardava la creazione di un contesto di apprendimento che, considerando le limitazioni dell’insegnamento a distanza, imitasse il più possibile le lezioni pratiche che fino all’anno precedente si svolgevano presso il campus. Per concretizzare tutto ciò, abbiamo preso delle decisioni preliminari.
Per esempio, a differenza degli anni precedenti, abbiamo deciso di assegnare i progetti di traduzione in anticipo in modo che gli studenti potessero iniziare fin da subito con le attività preparatorie e la divisione dei compiti.
Abbiamo anche stabilito di limitare la gamma di software che gli studenti possono usare durante il modulo. Ciò ha reso più semplice fornire supporto tecnico da remoto in caso di problemi nell’installazione e/o nell’utilizzo di strumenti specifici. Ad esempio, per quanto riguarda il project management della traduzione si è scelto, al contrario degli ultimi anni, di utilizzare un’unica soluzione basata su un solo cloud, “Memsource[iv]”: questo ha permesso all’insegnante di mantenere una buona panoramica dello stato di un progetto e dei progressi di ogni studente.
Molto importante è stata anche la scelta della piattaforma per le comunicazioni che sarebbe stata usata durante il modulo, oltre alla piattaforma per la gestione dei materiali di apprendimento della VUB. La scelta è ricaduta su Microsoft Teams, perché già utilizzata anche a livello più ampio alla VUB. Abbiamo creato un canale Microsoft Teams per il corso e poi un canale più ristretto per ogni gruppo di traduzione. Eravamo organizzati così: ogni incontro settimanale aveva inizio nel canale generale, successivamente gli studenti potevano continuare a confrontarsi e a collaborare nei rispettivi canali del loro gruppo.
Alla fine, questa piattaforma si è rivelata anche particolarmente adatta a facilitare la flessibilità comunicativa richiesta ai docenti di questo modulo. Per esempio, era molto semplice spostarsi da un canale all’altro durante gli incontri online o avere conversazioni singole mentre gli altri studenti lavoravano o si confrontavano. I lavori secondari venivano comunque consegnati tramite la piattaforma di apprendimento della VUB.
Con il passare delle settimane, la velocità con cui studenti (e insegnanti) si erano adattati a questo nuovo modo di lavorare era evidente. Tutti erano presenti agli scrum meeting settimanali e la piattaforma offriva il giusto grado di flessibilità che permetteva di coinvolgere tutti gli studenti o aiutarli uno per uno. I materiali preparatori venivano creati e condivisi rapidamente. Alternare i diversi strumenti di collaborazione era semplice e ciascuno aveva ben chiaro il suo ruolo e le sue responsabilità all’interno del team.
Ovviamente ci sono anche degli aspetti negativi relativi a questa modalità di lavoro virtuale al 100%. Ne è un esempio la spontaneità che veniva in qualche modo a mancare durante gli incontri online rispetto a quelli che avvenivano in presenza; inoltre, risultava più difficile coinvolgere gli studenti più riservati. Nonostante ciò, è emerso come questa modalità di lavoro possa offrire dei vantaggi al nostro approccio pedagogico e dunque siamo decisamente propensi a sfruttarne alcuni aspetti in futuro.
Dopotutto, siamo orgogliosi dei nostri campioni del lavoro di gruppo virtuale. Si sono decisamente meritati il loro titolo e anche di più!
Bibliografia
[i] Buysschaert, Joost et al. 2018. 'Embracing Digital Disruption In Translator Training: Technology Immersion in Simulated Translation Bureaus'. Revista Tradumàtica. Tecnologies de la Traducció 16: 125-33.
[ii] Kerremans, Koen, and Gys-Walt van Egdom. 2018. 'Professionalisation in Translator Education Through Virtual Teamwork'. In Multilingual Writing and Pedagogical Cooperation in Virtual Learning Environments, eds. Birthe Mousten, Sonia Vandepitte, Elisabet Arnó, and Bruce Maylath. Hershey, PA: IGI Global, 291-316.
[iii] http://www.instb.eu
Dettagli
- Data di pubblicazione
- 30 giugno 2021
- Lingua
- bulgaro
- neerlandese
- inglese
- italiano
- lettone
- Categoria EMT
- Iniziative pedagogiche