Tutti ricordiamo le fiabe di Hans Christian Andersen e i meravigliosi scenari da lui creati, che hanno reso la nostra infanzia più magica e incantata. All’epoca non davamo troppa importanza alla struttura e alla lingua del racconto: leggerlo era divertente e l’unica cosa su cui ci concentravamo era il contenuto della storia. Forse ricordiamo anche le nostre mamme menzionare il fatto che Hans Christian Andersen era di nazionalità diversa dalla nostra, eppure questo particolare veniva presto dimenticato quando ci addentravamo nel regno delle favole. Ora che siamo grandi riusciamo a capire che i racconti che ci rendevano così felici da bambini erano traduzioni. Da allora non è cambiato molto. Continuiamo ad apprezzare questi capolavori e li leggiamo volentieri. Ad essere cambiata, in realtà, è la nostra percezione del lavoro del traduttore: la morale della storia, l’immaginario, lo stile, ogni particolare era reso in modo splendido. Solo adesso comprendiamo quanto deve essere stato difficile. Perché, a dire la verità, tradurre per l’infanzia non è per niente un gioco da ragazzi.
Una passeggiata? Non proprio!
L’etichetta “letteratura per l’infanzia” comprende diverse tipologie di testi. A volte si tratta di storielle scritte soltanto per intrattenere; alcune raccontano ed educano allo stesso tempo; altre hanno il solo scopo di spiegare vari concetti, ad esempio come funziona il mondo, quali animali abitano il nostro pianeta, eccetera. Lo stile può variare a seconda della tipologia di testo: dovrebbe essere vivace e spiritoso quando l’obiettivo è intrattenere e più controllato quando lo scopo è educare.
Come per altri generi letterari, l’aspetto più importante della letteratura per l’infanzia è la lingua. Dovrebbe essere semplice e facile da capire, ma questo non vuol dire che debba risultare semplificata o ripetitiva. L’autore dovrebbe cercare di adeguare la scelta delle parole all’età dei lettori; per esempio, i racconti per i bambini più piccoli dovrebbero includere vocaboli e frasi semplici, mentre quelli per i più grandicelli dovrebbero contenere parole e strutture più complesse per aiutarli a imparare la lingua.
Quando pensiamo alle storie per bambini, sono tre gli aspetti da considerare. Il primo è che la storia dovrebbe essere basata sull’azione; di solito descrizioni o narrazioni lunghe annoiano i bambini, quindi andrebbero evitate. Il secondo è che il testo dovrebbe (di norma) insegnare qualcosa di nuovo: contenere una morale, prevedere una punizione per il personaggio cattivo o spiegare alcuni concetti. Il terzo è che dovrebbe esserci un lieto fine e già questa caratteristica racchiude in sé un insegnamento: i bambini imparano che, qualsiasi cosa accada, c’è sempre una speranza.
Tradurre per un pubblico esigente
Tradurre libri per bambini può sembrare molto facile, perché spesso tendiamo ad associare la letteratura per l’infanzia a una scrittura poco impegnativa. Ma in realtà questo compito potrebbe rivelarsi alquanto complesso. Per quale motivo? Innanzitutto, la letteratura per bambini si suddivide in vari generi e categorie, come libri di avventura, fiabe, fumetti o poesie. Dato che esistono diversi tipi di libri, i traduttori dovranno ricorrere a strategie differenti. In altre parole, bisogna adattare la strategia traduttiva in base al genere. Per intenderci, quando si traduce una poesia per un pubblico di bambini, non bisogna solo fare attenzione a utilizzare le parole giuste, ma anche a rispettare le rime e a produrre un testo piacevole da ascoltare. Inoltre, le traduzioni di libri per bambini dovrebbero essere adatte in termini di vocabolario e strutture grammaticali, per invogliare la lettura. Ecco perché ai traduttori conviene usare la transcreazione nel loro lavoro: è un metodo usato per garantire che le traduzioni siano creative e piacevoli da leggere. I traduttori devono tenere in considerazione anche elementi come nomignoli, titoli e lingue inventate. Una caratteristica tipica della maggior parte delle fiabe è la presenza di innumerevoli nomi propri dal significato preciso che devono essere localizzati in modo adeguato, così che il pubblico di arrivo possa associare il nome alle peculiarità del personaggio. Tuttavia, un elemento cruciale che i traduttori devono tener presente è la fruibilità del testo tradotto: se il libro, la poesia o il fumetto non è scorrevole e il ritmo della narrazione non è incalzante, ben presto il lettore si stancherà di leggere. Chi traduce letteratura per bambini deve tenere a mente che, in realtà, sono proprio loro i lettori più esigenti.
In conclusione, nel caso della letteratura per l’infanzia la traduzione ha un valore inestimabile, perché sono i traduttori a rendere possibile il divertimento senza confini di grandi e piccini. Nonostante la letteratura per l’infanzia venga percepita da molti come un genere semplice e privo di insidie, il compito dei traduttori richiede uno sforzo e un’attenzione considerevoli. Dunque, i traduttori devono mettere in pratica una serie di accorgimenti nel processo traduttivo dei libri per bambini: rendere il testo coinvolgente per il pubblico di arrivo, ricorrere alla transcreazione, utilizzare uno schema ritmico adeguato e molto, molto altro. In fin dei conti, solo i piccoli lettori del testo tradotto possono stabilire se il traduttore è riuscito nel suo intento. È proprio così: sono i bambini ad avere l’ultima parola.
Dettagli
- Data di pubblicazione
- 15 dicembre 2021
- Lingua
- bulgaro
- neerlandese
- inglese
- francese
- italiano
- Categoria EMT
- Problemi della traduzione